È il design che aiuta l’ambiente o la sostenibilità a trasformarsi in design? Entrambe le cose – viene da dire – se si curiosa tra i progetti green di piccoli o grandi brand, start up o giovani designer.
Un tendenza, un nuovo mood, una risorsa per il Pianeta e per migliorare il nostro futuro. Ma anche una riflessione su cosa scegliamo e perché, tra gli oggetti che utilizziamo più comunemente.
Come nasce un progetto di design sostenibile? Dal recupero di una tradizione
Questa è la storia di Bee’s Wrap, un progetto lanciato nel 2012 da una giovane mamma americana di Middlebury, Vermont, nel 2012. Tutto è iniziato da un bisogno: come possiamo usare meno plastica in cucina e trovare un modo più sano e sostenibile per conservare il cibo?
La risposta le è arrivata da una tradizione della comunità locale. Usando un panno di cotone organico imbevuto di cera d’api, olio di jojoba e resina d’albero. Materiali naturali e certificati dal Global Organic Textile Standard, prodotti con processi sostenibili. Il risultato è stato un foglio lavabile, riutilizzabile e compostabile, che può essere utilizzato per ricoprire o avvolgere gli alimenti in alternativa alla plastica o alle comuni pellicole per usi alimentari derivate dalla plastica stessa.
La produzione sostenibile ha poi sposato il design: ogni foglio viene prodotto con diverse fantasie e formati, dal disegno estremamente curato. Bello e amico dell’ambiente anche il packaging. Infine lo storytelling: perché Bee’s Wrap porta con sé una storia davvero interessante.
La trovate qui.
L’acqua. Un bene prezioso per molteplici design
In principio fu la borraccia. Poi il tempo della plastic bottle usa e getta. Ora è arrivato quello della bottiglia termica riutilizzabile e sostenibile, riletta da molteplici firme e nelle più svariate modalità: dalla forma al disegno.
Spiega 24 Bottles sul suo sito web. E non ha torto, perché il mondo dell’acqua è strettamente legato ad un minor consumo di plastica, a processi di lavorazione più sostenibili, a minor sprechi, a meno inquinamento ambientale e ad uno stile di vita più sano.
I fondatori di 24 Bottles, Giovanni Randazzo e Matteo Melotti, lo hanno fatto diventare la loro mission, e dal 2013 producono le loro bottiglie senza dimenticare l’attenzione al design, sviluppato anche in co-brand.
Il tutto sostenuto da una comunicazione senza dubbio efficace: ogni bottiglia è contrassegnata con un numero. Ad esempio, -0,08. Cosa si intende?
“-0,08 è la quantità di CO2 che eviti di rilasciare nell’atmosfera ogni volta che riutilizzi la tua 24Bottles, invece di acquistare una bottiglia d’acqua in plastica usa e getta. Infatti, produrre una bottiglia di plastica monouso comporta l’emissione di 80 grammi (0,08 Kg) di CO2”, leggiamo online. In questo modo 24Bottle racconta come ha intrapreso un programma per raggiungere bottiglie a “zero emissioni”, eliminandone l’impronta di carbonio.
Una curiosità: Non sono gli unici e neppure i primi. Nel 2010 James Butterfield e Tim Bouscarle hanno fondato nel Regno Unito Chilly’s con l’obiettivo di fornire alle persone la possibilità di avere sempre acqua fredda in movimento, senza dover acquistare bottiglie di acqua in plastica monouso.
Life style sostenibile, dal prodotto al progetto
Bella l’idea, d’ispirazione il concept per uno degli oggetti che più spesso vengono utilizzati durante il giorno da ognuno di noi (o almeno così dovrebbe essere): gli spazzolini da denti. Il brand Bam & Boo Toothbrush li produce in bambù, oggetti di design sostenibile e amici dell’ambiente: “L’obiettivo di questo progetto è portare più sostenibilità ecologica e sociale in questo tipo di mercato che ogni anno produce, solo in Europa, oltre 1.000 milioni di spazzole in plastica non biodegradabili”, si legge su loro sito.
Lo spazzolino da denti Bam&Boo è composto per il 95% da fonti rinnovabili ed è biodegradabile al 95%: il manico di bambù, la confezione in cartone e il sacchetto in PLA.
Ma ancora più interessante è la modalità con cui questo marchio americano sta cercando di avvicinare i consumatori ad un utilizzo più responsabile ed ecologico. Gli spazzolini e i prodotti per l’igiene personale Bam & Boo si comprano infatti in abbonamento. Così puoi riceverli direttamente a casa, come e quando vuoi, con spedizione gratuita in tutto il mondo. Oltre all’oggetto ti viene offerto il mood of life, un plus forse da non sottovalutare quando si vende un prodotto green.
In più, spiegano i creatori di Bam & Boo (un Panda e una bambina, amici per la pelle) il bambù è un materiale a crescita estremamente rapida, abbondante e sostenibile. E in questo caso è acquistato da un fornitore certificato FSC (Forest Stewardship Council).
Da oggetto cool a bio-compost
Tra gli oggetti personali più utilizzati non poteva mancare nella corsa verso un design sostenibile, lo smartphone. O meglio, il suo case, oggetto che da tempo è frutto di grande personalizzazione e caratterizzazione di stile, e quindi di uno smodato e sempre più frequente change over.
Il marchio è Pela Case, produttore di custodie per cellulari biodegradabili e compostabili che derivano dalla paglia di scarto del lino utilizzato per realizzare il famoso “olio di semi di lino”. L’idea del suo fondatore, il canadese Jeremy Lang, nasce da una duplice necessità.
Riutilizzare l’enorme mole di scarti derivanti dal processo di lavorazione di questo prodotto, abbattendo allo stesso tempi i rifiuti. Trovare un’alternativa più sostenibile alla produzione – solitamente in plastica – di custodie per cellulari.
Bello, in tutte le varianti, il design. Anch’esso ambasciatore di messaggi legati alla tutela dell’ambiente e del nostro Pianeta.